2021



Leggi in «pdf»


Le fotografie

– Giovanni Freducci (1918-1979), Via dell’Ambrogiana a Livorno, 1962, da arsvalue.com

– Particolare dello stemma con la “M” di Maria incoronata in uno stendardo della Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata, Convitto delle Mantellate di Firenze, da Beweb.

– La copertina del libro di Livia Bianchetti, I doveri della donna cattolica, nella versione spagnola.

– Giulio Guiggi (1912-1994), Addolorata, disegno, da Beweb.

Articolo precedente:

«L'Europa nei secoli di Dante (Cesare Cantù)»


«Articoli del 2020»

«Articoli del 2019»


Mail della curatrice

Sito personale «qui»



LIVIA BIANCHETTI suora Serva di Maria e scrittrice di Livorno


Livia Bianchetti (1837-1909), nobildonna livornese, sentì la vocazione per lo studio e la pietà cristiana fin dalla giovinezza. Nel 1865 vestì l’abito terziaria dell’Ordine dei Servi di Maria e, su consiglio di monsignor Girolamo Gavi, si rese disponibile a contribuire alle opere di carità delle associazioni cattoliche cittadine. Tra 1882-1883 fondò la Famiglia religiosa delle Serve di Maria Addolorata delle quali fu superiora per 26 anni, continuando ad adoperarsi nel servizio spirituale verso i poveri e gli infermi. Nel 1888 le suore ottennero la ratifica in via sperimentale delle Costituzioni delle Dame di Maria Addolorata del Terz’Ordine e nel 1891 si trasferirono in via dell’Ambrogiana dove realizzarono un oratorio e una scuola per bambine povere. Tra 1905 e 1911 progettarono e compirono la loro unione con l’Istituto delle Mantellate di Pistoia che oggi ha ancora la sede nella via.

Un ricordo-necrologio di Livia Bianchetti, ripreso dal giornale Unità Cattolica, si trova nel periodico dei Servi di Maria L’Addolorata del 16 febbraio 1909. Lo riportiamo per intero:

“1 febbraio.
Aveva destato l’ammirazione di tutti nel campo letterario, politico e religioso. Livia Bianchetti, in religione Suor Maria Teresa, passata a miglior vita la mattina del 31 u. s., dotata di una mente eletta, aveva combattuto colla penna e colla parola per la causa della Chiesa.
Carissima a Pio IX, di s. m., la Bianchetti ne possedeva varii preziosi autografi ed una mozzetta che S. Papa aveva indossato. Sono pregevoli i suoi scritti, nei quali si riscontra il carattere maschio adamantino di persona che sentitamente e profondamente crede.
Sono notevoli le sue opere su i doveri della Donna Cattolica, che videro ripetersi la edizione, ove tratta dei benefizi recatile dalla Religione, dalla Fede, dalla Pietà, dalla Carità, dallo Zelo nonché dalla necessità di una profonda istruzione nella Donna Cattolica dei nostri tempi e dei diversi stati della stessa come figlia, come sposa e come madre.
Giustissime le sue Osservazioni intorno al Principato Civile dei Papi, edito a cura dell’Associazione per le Letture Cattoliche in Pisa, e bene ispirato per principio di dottrina cattolica il suo scritto sul Pescatore-Pontefice, pubblicato in un volume insieme agli articoli di P. Angelini, Alvarez, Ferrone, De Rossi, Manning, e cento altri, come omaggio cattolico ai SS. Pietro e Paolo nel decimottavo centenario dal loro martirio.

La Bianchetti avea cooperato alla fondazione in Livorno, e ne era stata segretaria per venticinque anni, della Società Cattolica femminile promotrice di buone opere; ed avea fondato del suo un Istituto di Suore Terziare Servite in via dell’Ambrogiana (pure in Livorno), al quale tutta consacrò se stessa e, colle esortazioni e coll’esempio di ogni claustrale virtù fu, fino alla morte, continuo stimolo alle figlie che incamminò alla perfezione e informò al proprio spirito. Abbonata all’ Unità Cattolica, compagna di idee e di lotte coi Monsignori Scotton [i fratelli Iacopo, Andrea e Gottardo], campioni dell’azione cattolica in Italia, ammiratrice del Paganuzzi [Giovanni Battista] e dei capi cattolici secondo lo spirito del Papa, combatté sempre il Modernismo, e, chi scrive, può testimoniare come e con quale intima convinzione e profondità di dottrina la Bianchetti tenesse dietro e condannasse col Papa le tendenze e le defezioni semi-modernistiche, attaccata sempre alla dottrina dei Santi Padri che citava ne’ suoi discorsi quasi fosse un teologo.

Ricordo che nell’estate ultima fu costretta a viva forza, per malattia, a cambiare aria, ma non volle portarsi al di là di Montenero, e lì rimase ben poco: volle presto ritornare al suo Convento; io le osservai che fosse rimasta più a lungo a Montenero, che anzi si fosse allontanata ancora di più, ad un clima più balsamico, ma Essa, gioviale e sorridente, come sempre, mi rispose: Le Monache debbono stare in Convento. – Ecco illustrata la figura veramente austera e soave di Suor Maria Teresa Bianchetti.

Nell’agonia fu confortata dalla presenza di S. E. R.ma Mons. Vescovo nostro, dalla Benedizione del Santo Padre Pio X e dalla presenza di venerandi nostri Ecclesiastici.
Il ricordo delle sue virtù preclari e la stima di cui fu circondata in vita ed in morte fino all’Ultima dimora, siano di conforto alle desolate Suore dei Servi di Maria Addolorata. Preghiamo ! Ai funerali, fatti nella Chiesa dell’Ambrogiana, presero parte varii Istituti religiosi, molti delle famiglie nobili livornesi, suore ed alcuni del clero.

Le nostre più vive condoglianze alla Famiglia Religiosa mentre raccomandiamo alle preghiere dei lettori quell’anima desideratissima. (Dall’Unità Cattolica)”.

Paola Ircani Menichini, I maggio 2021.
Tutti i diritti riservati.